Natura 2000 e agricoltura
Una parte rilevante delle attività agricole esistenti sul territorio nazionale ricadono all’interno di siti Natura 2000. Il 50% della superficie terrestre europea di Natura 2000 è costituta da terreni agricoli. In Italia circa il 30% della superficie complessiva di Natura 2000 è superficie agricola.
Ne discende che la gestione di Natura 2000 non può essere attiva senza il contributo del settore agricolo. Ma spesso l’agricoltore ignora che la propria azienda si trovi all’interno di un sito Natura 2000 o non conosce i confini dei siti di interesse comunitario a scala contestuale e non valuta quindi la possibilità di accedere ai finanziamenti agricoli europei previsti. Lo scopo di questo documento è fornire agli imprenditori agricoli che svolgono attività collegate ai siti Rete Natura 2000 alcune informazioni su quali siano le misure a sostegno di N2000 finanziate dalla PAC per il periodo 2007 – 2013, su come ottenere i finanziamenti e a quali condizioni e sulla possibilità di reperire ulteriori indicazioni sui siti web regionali.

I pilastri della PAC

La Politica agricola comunitaria si compone di due pilastri:
I Pilastro: sono le politiche agricole di mercato comune, a sostegno della produzione agricola;
II Pilastro: è la politica di sviluppo rurale, a sostegno dello sviluppo socio-economico delle comunità rurali.

La politica agricola comune comporta una serie di misure il cui finanziamento è garantito da due fondi europei agricoli: il primo, il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), destinato a finanziare le misure di mercato e altre misure, e il secondo, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), destinato a finanziare i programmi di sviluppo rurale.

Le finalità e il campo di applicazione del sostegno erogato dal FEASR sono definiti dal regolamento sullo sviluppo rurale (Regolamento del Consiglio (CE) n. 1698/2005) e s.m.i.. Il FEASR opera in accordo ad un processo di programmazione:
• la Commissione europea elabora le Linee Guida Strategiche Comunitarie per lo Sviluppo Rurale (Orientamenti Strategici Comunitari (OSC) per lo sviluppo rurale) che disegnano un quadro strategico unitario e vincolante per l’intervento a favore dello sviluppo rurale, costituendo così la base di riferimento per le strategie e i programmi nazionali in tema di sviluppo rurale;
• gli Stati membri elaborano un Piano Strategico Nazionale (PSN) che definisce le linee strategiche della politica agricola nazionale garantendone il coordinamento con la strategia comunitaria; è un documento di pianificazione che contiene misure ed azioni finanziabili a livello nazionale;
• le Regioni adottano Piani di Sviluppo Rurale (PSR) che trasferiscono a livello regionale le priorità comunitarie contenute nel FEASR; sono programmi di pianificazione locale contenenti descrizioni dettagliate delle azioni e delle singole misure che possono essere finanziate.

Gli “Assi” del FEASR

Il FEASR è articolato in quattro “Assi Prioritari” e tale struttura è conservata dal PSN e dai PSR:
Asse prioritario 1: miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale
Asse prioritario 2: ambiente e gestione del territorio
Asse prioritario 3: diversificazione dell’economia rurale e qualità della vita in ambiente rurale
Asse prioritario 4: Leader.

Natura 2000 e il FEASR

Per Natura 2000 il FEASR prevede in particolare i seguenti interventi:

Misure dell’Asse 2:
1. Indennità e pagamenti Natura 2000, artt. 36, 38 e 46: compenso per i costi e il mancato guadagno derivanti da vincoli imposti dalle direttive Habitat e Uccelli nelle zone interessate. Viene versato annualmente per ettaro di superficie agricola utilizzata nelle zone interessate.
2. Investimenti non produttivi, art. 41: investimenti aziendali che valorizzano in termini di utilità pubblica le zone Natura 2000.

Misure dell’Asse 3:
1. Finanziamento di piani di gestione dei siti Natura 2000, art. 57
2. Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale e incentivazione di attività turistiche (artt. 56 e 57) quali:
* promozione dell’ecoturismo, fruizione naturalistica e svago, attraverso sostegno a cooperative di giovani, produzione di materiale promozionale, creazione di siti internet, ristrutturazione di edifici esistenti per consentire l’accoglienza diffusa, sostegno per l’apertura di attività commerciali di noleggio di attrezzature per turisti (mountain bike ecc.); progetti pilota che coinvolgano direttamente gli agricoltori e i selvicoltori nel monitoraggio della biodiversità dei siti Natura 2000.

Misure dell’Asse 4:
Il Leader, art. 63, finanzia tutte le tipologie di azioni agendo in modo trasversale rispetto agli obiettivi degli altri assi. Concede fondi comunitari agli agricoltori e piccole/medie imprese che presentano progetti per strategie pilota di sviluppo territoriale per migliorare l’utilizzazione di risorse naturali e culturali, anche attraverso partenariati. Gli enti erogatori sono i gruppi di azione locale (GAL) situati in ogni Regione. Azioni chiave finanziate comuni agli altri Assi: la redazione di piani di gestione, in particolare riferiti a siti contenenti attività agricole per la definizione dei pagamenti Natura 2000, in zone di grande pregio naturale; studi della zona, sensibilizzazione.

Natura 2000 e il PSN

Il Piano di Sviluppo Nazionale per Natura 2000 prevede negli obiettivi prioritari la “conservazione della biodiversità, tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale”, e “Salvaguardia della biodiversità nei territori rurali (diversità genetica, delle specie e degli ecosistemi)”.

Natura 2000 ed i PSR

Vari Programmi di Sviluppo Rurale italiani includono sia misure dirette alla rete Natura 2000, come le indennità Natura 2000, sia misure non direttamente mirate alla rete ecologica europea, ma che includono azioni che possono riguardare anche i siti di importanza comunitari in cui si trova un’elevata diversità di specie e habitat più o meno minacciati.
Per esempio:
– Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale per il mantenimento, la creazione o il ripristino di “infrastrutture ecologiche” (filari, boschetti, fasce arborate ecc.)
– Interventi di ripristino o impianto di siepi, filari, cespugli, boschetti; realizzazione, recupero o mantenimento di piccoli invasi; creazione di fasce tampone vegetate lungo i corsi d’acqua; costituzione e riqualificazione di zone umide; coltivazioni destinate all’alimentazione della fauna selvatica; estensione dei sistemi di agricoltura biologica e che prevede gli avvicendamenti colturali previsti nell’ambito dei disciplinari di produzione biologica;
– Imboschimento di terreni agricoli e sistemi agroforestali, ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi volti al rafforzamento delle funzioni protettive svolte dalle foreste.

Condizioni a cui si possono ottenere i finanziamenti

Va tenuto conto che gli agricoltori beneficiari dei finanziamenti – come per tutti i finanziamenti della PAC – devono rispettare un insieme di vincoli introdotti con la riforma nel rispetto delle norme ambientali.
La riforma della PAC del 2003, rappresenta una svolta importante rispetto al passato: è più attenta ai vincoli ambientali e non incentiva più esclusivamente l’agricoltura intensiva. Nel Regolamento 1782 del 2003 sui regimi di sostegno diretti la PAC introduce il “Disaccoppiamento”, che consiste nel regime di pagamento unico concesso alle aziende indipendentemente dalla produzione. Nel regolamento, tra gli impegni da rispettare per beneficiare degli aiuti, vi è la “Condizionalità”.

Cosa è la “Condizionalità”

Insieme di vincoli ambientali che gli agricoltori beneficiari degli aiuti diretti devono rispettare. I finanziamenti sono, infatti, concessi “a condizione che” l’agricoltore applichi i vincoli, anche per le superfici per cui non si percepisce alcun finanziamento. La condizionalità si suddivide in:

Criteri di Gestione Obbligatori (CGO): sono impegni, chiamati anche Atti, derivanti da 18 direttive comunitarie in materia ambientale. Dal 2005 le aziende nei siti Natura 2000 devono rispettare: gli Atti A1 – conservazione degli uccelli selvatici e A5 – conservazione degli habitat.

Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali (BCAA): sono pratiche obbligatorie diverse a seconda delle caratteristiche dell’azienda e del territorio, chiamate anche Norme, stabilite a livello nazionale e regionale. Perseguono 5 Obiettivi della CE, ovvero proteggere il suolo mediante misure idonee; assicurare un livello minimo di mantenimento dei terreni ed evitare il deterioramento degli habitat; mantenere i livelli di sostanza organica del suolo; proteggere la struttura del suolo; proteggere le acque dall’inquinamento e dal ruscellamento e gestire l’utilizzo delle risorse idriche.

Ogni Obiettivo prevede una serie di Norme. Esempio: regimazione temporanea delle acque superficiali di terreni in pendio, gestione delle stoppie e dei residui vegetali; difesa della struttura del suolo attraverso il mantenimento in efficienza della rete di sgrondo delle acque superficiali; protezione del pascolo permanente, gestione delle superfici ritirate dalla produzione; manutenzione degli oliveti; mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio.