I bio-distretti territoriali potenziano le produzioni alimentari biologiche che possono avere risvolti positivi anche sui consumatori e sui mercati locali, sul settore turistico e in generale sul sistema economico di un territorio. Lo sottolinea una pubblicazione del programma di cooperazione internazionale Ideass, che ha utilizzato la best-practise del ‘Bio-distretto Cilento’, il primo avviato in Italia, per illustrare vantaggi, protagonisti e fasi di costruzione di un bio-distretto, ossia un’area geografica dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stabiliscono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense pubbliche bio).
In Cilento, secondo il rapporto di Ideass, il fatturato medio delle aziende che partecipano attivamente è cresciuto negli ultimi due anni del 20%, la crescente domanda di prodotti biologici e l’accorciamento complessivo della filiera hanno fidelizzato i consumatori e permesso di programmare un forte sviluppo del settore con la riconversione al bio di nuove aziende. Inoltre il bio-distretto ha favorito lo sviluppo di flussi turistici qualificati e destagionalizzati.
Ideass (04/03/2013)
